The LEGO Movie 2: Una nuova avventura – recensione senza troppi spoiler

21 Feb 2019 - Cultura

the lego movie 2

The LEGO Movie 2 arriva a 5 anni dal precedente film, ma – quando ci si siede in sala, davanti a questo sequelè come se tutto ricominciasse esattamente da dove si era interrotto: Emmett, Wildstyle e gli altri hanno appena sconfitto Lord Business, ma si trovano ad affrontare degli strani LEGO® DUPLO® alieni che minacciano la pace appena ristabilita a Bricksburg.

The LEGO Movie 2: riparte la giostra.

Così era finito il primo film e proprio da qui procede la nuova storia, con la consapevolezza che i due piani delle realtà parallele – il mondo reale e il mondo di mattoncini – si sono ricomposti con un nuovo senso.

Un film sulla fratellanza (o fratellitudine)?

Ma diciamo anche un po’ com’è, questo sequel. Nel film i DUPLO® alieni, colorati, distanti – ancora più del cattivo Lord Business che almeno aveva un piano malvagio ma comprensibile – hanno ridotto la ridente Bricksburg a un cumulo di macerie. La città si presenta allo spettatore come una sorta di Mad Max in salsa LEGO® che è un piacere per gli occhi e ha dato vita a set LEGO come Benvenuto ad Apocalisseburg! che stanno spopolando tra i collezionisti.

Benvenuti ad apocalisseburg! LEGO set

E se il padre del primo film (Will Ferrell) era riuscito – non senza qualche resistenza tipica degli AFOL – a concedere spazio alla creatività del figlio, è chiaro da subito che – a ‘sto giro – la lente degli sceneggiatori si sposta sul rapporto tra fratelli. Fratello e sorella minore, per la precisione, con tutti i cliché del caso, ma molto bene rivisitati.

Panta rei, ma non per Emmett.

Nel mondo tutto è cambiato, ma non per Emmett, ché è talmente puro e semplice da risultare fuori luogo: si potrebbe liquidare come un idiota completo, se non fosse che è l’unico personaggio veramente integro. Buffo, eh?

Guerra dei mondi.

Scenario post-apocalittico VS glitter. Dinosauri VS Unicorni. Il fischio del vento VS la musica POP. È proprio così: il film tratta di una guerra tra mondi, nata (probabilmente) dalla mancanza di comunicazione efficace. Quanto è attuale un messaggio del genere? Quanto può essere utile? E quanto è facile leggerlo così chiaramente, se qualcuno (Phil Lord e Christopher Miller) è molto bravo a spiegartelo?

The LEGO Movie 2 è meraviglioso, ma non meraviglioso al quadrato.

Rispetto al primo capitolo, ci sentiamo di muovere anche qualche critica. A una storia più articolata, cui il twist delle realtà parallele non poteva più bastare, i produttori hanno abbinato un mondo sicuramente incredibile, ma meno incredibile del precedente. Meraviglioso sì, ma non meraviglioso al quadrato (che – purtroppo – è ciò che si chiede al sequel di un film che è stato giudicato bello oltre ogni ragionevole aspettativa). Ad esempio, nel primo film QUALSIASI COSA era costruita, immaginata e “ripresa” come se l’universo fosse composto di mattoncini LEGO® reali con il loro peso fisico, il colore giusto e un dinamismo credibile. THE LEGO® MOVIE era immaginifico, creativo, visionario, nel senso migliore del termine. In questo caso, a una prima visione (che comunque consigliamo vivamente), non si apprezza la stessa magniloquenza visiva.

Fa ridere? Fa ridere.

Possiamo dire – quindi – che la pellicola vada in sofferenza, proprio come la sorella minore di un fratello troppo esuberante. Per fortuna, i genitori del film (sempre la favolosa coppia Lord e Miller) sanno utilizzare l’ironia per superare ogni avversità. Giocano con tutto, comprese le icone intoccabili del brand Danese. E badate bene: in mano loro non sono espedienti, ma strumenti. Sanno usare la satira, il nonsense, la comicità e anche un’abbondante autoironia. Proprio come quando piazzando nella colonna sonora “La canzone che ti resta in testa” (Catchy Song): uno che si intende di cinema ti dirà «Dopo averlo fatto con “È meraviglioso” lo sketch è bruciato, non lo puoi rifare». E invece col cavolo! Lo rifanno e ti resta in testa davvero. E tu ridi come un Emmett qualsiasi.

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